08 May 2020 Lo scanner intraorale: precisione e utilità

Lo scanner intraorale: precisione e utilità

Già da diversi anni il nostro studio si affida ad un flusso di lavoro digitale: dall’acquisizione di impronte ai software utilizzati per processarle. In odontoiatria le prestazioni sono migliorate per tempi impiegati e sequenze semplificate grazie all’applicazione di tecnologie digitali. una di queste è senz’altro rappresentata dallo scanner ottico intraorale.

a cura del Dr. Filippo Rustichini

Attraverso il suo impiego è possibile eseguire un’impronta ottica, cogliendo nel dettaglio sia gli elementi dentari sia le strutture di supporto. L’arcata sarà riprodotta con delle immagini in 3d: un vero e proprio modello digitale delle strutture anatomiche del cavo orale.

Dr. Filippo Rustichini
Dr. Filippo Rustichini



Ma come funziona? Nella prima parte della procedura, come detto, si acquisisce l’impronta del paziente. In pratica si utilizza una sorta di telecamera dalla forma di una grossa matita sopra le gengive e i denti del paziente. La “ matita” durante la sua attività emette una luce che le serve a rilevare una serie di immagini in successione. Quest’ultime sono elaborate da un PC fino ad ottenere un modello tridimensionale. Associate a questa ricostruzione ci saranno moltissime altre informazioni come il colore dei denti, foto in alta definizione, registrazioni di movimenti mandibolari e la richiesta del progetto da realizzare, con tanto di scelta di materiale da utilizzare.

L’impronta, nella cosiddetta fase CAD, viene elaborata da programmi di progettazione. In questa fase si possono intrecciare e sovrapporre all’impronta, fotografie del volto e dei denti e immagini radiografiche tipo TC. Tutte queste informazioni oltre a fornire una anteprima del risultato definitivo (si può preparare il cosiddetto mock-up, cioè una mascherina da appoggiare sui denti per mostrare al paziente il risultato finale), consentono di ottenere un progetto che si realizza nella successiva fase, cioe’ quella chiamata CAM.

Un’unità di fresatura controllata tramite computer ricava a partire da un monoblocco di materiale estetico ( ceramica o resina ) o metallico, il restauro. Dopo poche fasi di rifinitura e lucidatura potrà essere poi installato nella bocca.

Tutto questo si può concludere anche in una singola seduta.

Lo scanner intraorale può essere utilizzato in odontoiatria conservativa e in protesi, ma anche in ortodonzia per progettare e costruire vari dispositivi ortodontici. Può essere impiegato, inoltre, nella preparazione di guide per la chirurgia implantare, quando le informazioni su denti e gengiva residua vengono sovrapposte a quelle dell’anatomia ossea ricavate tramite cone beam computed tomography.

Oggi, il flusso di lavoro digitale è diventato sempre più presente e l’utilizzo dello scanner intraorale ha reso più semplice ed efficace la progettazione dei modelli e la conseguente realizzazione di trattamenti protesici o ortodontici in tempi decisamente ridotti. Pensiamo ad esempio al modello tradizionale di presa delle impronte. Fino a poco tempo fa, la rappresentazione della cavità orale avveniva per mezzo delle impronte dentali realizzate con materiali tipo alginato o silicone. Questo porta non solo disagi al paziente come riflesso di vomito o al cattivo gusto, ma richiede altresì più tempo di lavoro.

Dunque molteplici sono i vantaggi dello scanner orale. Si può affermare che è uno strumento che garantisce modelli ad alta fedeltà, crea file digitali 3d, evita disagi ai pazienti e l’utilizzo di materiali come l’alginato o il silicone. La rivoluzione digitale ha avviato la strada alla costituzione del “paziente virtuale” con la conseguente possibilità di ricreare tutti i tessuti del paziente in un unico modello 3d.

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