Terapia dei disordini temporomandibolariTerapia dei disordini temporomandibolari

In SOA ci occupiamo di questa disciplina, che riguarda la limitazione funzionale dei muscoli masticatori e dell’articolazione temporomandibolare. Suo scopo è quello di salvaguardare o ripristinare un corretto equilibrio tra essi.

Oggi la percentuale di persone che soffrono di queste patologie è molto alta e in costante aumento, tanto che le TMDs (acronimo che deriva dal termine inglese Temporo Mandibolar Disorder) stanno divenendo una malattia di ordine sociale.

Le articolazione temporo-mandibolari sono le articolazione che uniscono la mandibola al cranio e sono collocate vicino all’orecchio. Per questo molti pazienti riferiscono solo al medico Otorinolaringoiatra i sintomi di queste zone, non sapendo che spesso sono di competenza anche del dentista.

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ANATOMIA

Come le altre articolazioni del corpo sono costituite da capi articolari, capsula articolare, disco articolare. Nella TMJ (acronimo che deriva dal termine inglese Temporo Mandibolar Join) i capi articolari, come abbiamo ricordato, sono costituiti dalla mandibola e dalla base del cranio cioè l’osso temporale.

La mandibola presenta alla sue estremità superiori due arrotondamenti di forma a “palla da football” che si chiamano condili. Questi si uniscono alla fossa articolare del cranio grazie all’articolazione e si muovono dentro la cavità articolare durante tutti i movimenti della bocca. Questi capi articolari sono separate tra loro da un piccolo disco (menisco), che ha la funzione di assorbire i traumi e rendere fluidi i movimenti articolari.

L’intera struttura è stabilizzata dai muscoli e dai legamenti che intervengono durante i movimenti di apertura e chiusura della bocca. I Disordini craniomandibolari si sviluppano spesso in seguito ad “attività parafunzionali” della bocca quali il bruxismo (sfregamento involontario) e il serramento dei denti.

Queste attività derivano da tensione emotiva e determinano attivazione prolungata e sovraccarico dei muscoli masticatori: così possono comparire i segni e i sintomi della patologia. Le parafunzioni sono spesso notturne oppure diurne e inconsapevoli.

Ci possono essere rumori accompagnati o meno da difficoltà di movimento della bocca, con o senza dolore. La sintomatologia dolorosa può interessare altri distretti del corpo come la testa, il collo, gli arti ed essere comunque originate dall’apparato stomatognatico.

SEGNI E SINTOMI

I segni e i sintomi di queste patologie sono molteplici e indicatori della necessità di richiedere una visita da parte di un dentista con competenze in materia.

Essi possono essere:

  • difficoltà o dolore alla masticazione
  • dolore alla mandibola
  • dolore all’orecchio o alla faccia
  • rumori in zona auricolare
  • blocco della mandibola in apertura e chiusura della bocca
  • cefalea

Queste patologie fanno parte del grande gruppo del Dolore Facciale (Oro Facial Pain) e ci sono in merito moltissimi studi internazionali.

E’ una disciplina molto complessa proprio per i quadri polisintomatici e per questo è necessario che il dentista abbia competenze specifiche in questo campo che vanno oltre quelle di base di un odontoiatra.

LA TERAPIA

Alcune situazioni sono autolimitanti e il dolore può passare spontaneamente; nella maggior parte dei casi è necessario l’intervento del dentista. Per la terapia il primo passo importante è fare una corretta diagnosi differenziale, infatti spesso i segni sono comuni ad altre patologie che invece sono di pertinenza di altri specialisti come l’otorinolaringoiatra (patologie dell’apparato uditivo), neurologo (es.nevralgie), reumatologo (es. fibromialgia), psichiatra (es. somatizzazioni di patologie psichiatriche), ortopedico (es. patologie presenti anche in altre articolazioni del corpo).

Si deve quindi istruire il paziente sulle sane abitudini di vita e poi ci si avvale spesso di presidi terapeutici chiamati “placche” o “bite” che oggi sono progettate per essere meno ingombranti e meno visibili possibile. Può essere utile insegnare al paziente alcuni esercizi di mobilizzazione mandibolare o anche una terapia ausiliaria fisioterapica.

Queste sono terapie molto conservative e reversibili. Talvolta è necessario intraprendere una terapia farmacologica mentre risulta essere più rara l’indicazione chirurgica.

Una terapia che si utilizza talvolta è l’artrocentesi (infiltrazione dell’articolazioni temporomandibolare).

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